Nel 2021, in un momento – per loro, per tutti – particolarmente difficile, Piero Angela si era rivolto ai maturandi invitandoli a credere nel proprio futuro.
Il messaggio, pubblicato dal Miur e incentrato sull’importanza di affrontare il futuro con uno spirito positivo, prendeva spunto dall’esperienza vissuta dal giornalista durante il suo esame di maturità e dal contesto storico in cui si si era trovato ad affrontare questa importante fase della vita.
Angela, scomparso il 13 agosto del 2022, ricordava come nel dopoguerra c’era una forte volontà di costruire un futuro migliore, nonostante le difficoltà e le rovine.
Un lascito per le future generazioni
Nel 2023, un bel passaggio tratto dal suo libro Dieci cose che ho imparato è diventato traccia d’esame. Una delle più “gettonate” proprio da quei giovani a cui Angela si rivolgeva.
Ecco il passaggio tratto dal libro che Piero Angela ha pubblicato lo scorso anno da Mondadori.
Viviamo un tempo di cambiamenti, ma ci sono «cambiamenti che “svettano” maggiormente rispetto ad altri. Uno è la diminuzione del costo relativo delle materie prime e della manodopera rispetto al “software”, cioè alla conoscenza, alla creatività. Questo sta succedendo anche in certe produzioni tradizionali, come quelle di automobili, ma soprattutto per i prodotti della microelettronica, come telefonini, tablet, computer. Si è calcolato che nel costo di un computer ben il 90% sia rappresentato dal software, cioè dalle prestazioni del cervello. Quindi l’elaborazione mentale sta diventando la materia prima più preziosa. Uno studio della Banca mondiale ha recentemente valutato che l’80% della ricchezza dei paesi più avanzati è “immateriale”, cioè è rappresentata dal sapere. Ed è questo che fa la vera differenza tra le nazioni».
La materia prima più preziosa: l’uomo
La crescente capacità di innovare, prosegue il brano di Angela, «sta accentuando quella che gli economisti chiamano la “distruzione creativa”, vale a dire l’uscita di scena di attività obsolete e l’ingresso di altre, vincenti. Pericolo a cui vanno incontro tante aziende che oggi appaiono solide e inattaccabili. Si pensi a quello che è successo alla Kodak, un gigante mondiale della fotografia che pareva imbattibile: in pochi anni è entrata in crisi ed è fallita. L’enorme mercato della pellicola fotografica è praticamente scomparso e la Kodak non è riuscita a restare competitiva nel nuovo mercato delle macchine fotografiche digitali. Dei piccoli cervelli creativi hanno abbattuto un colosso planetario. Per questo è così importante il ruolo di chi ha un’idea in più, un brevetto innovativo, un sistema produttivo più intelligente. Teniamo presente che solo un sistema molto efficiente è in grado di sostenere tutte quelle attività non direttamente produttive (a cominciare da quelle artistiche e culturali) cui teniamo molto, ma che dipendono dalla ricchezza disponibile».
Il futuro è nei giovani
Piero Angela è stato un sostenitore non ingenuo, ma attento dell’innovazione e ha guardato al futuro con grande passione e fiducia. Nel corso della sua carriera, ha spesso affrontato temi legati alla scienza, alla tecnologia e alla società cercando di diffondere le conoscenze e di stimolare il pensiero critico. Ha sempre creduto nella centralità della creatività umana e nella sua importanza di fronte alle innovazioni tecnologiche.
Ma è proprio nel suo ultimo libro, Dieci cose che ho imparato, che ha sottolineato il valore essenziale dell’uomo e delle sue relazioni di fronte alle innovazioni tecnologiche, evidenziando come il progresso tecnologico, sebbene porti numerosi vantaggi e opportunità, non debba far dimenticare il compito fondamentale della mente umana e della creatività nell’affrontare le sfide del futuro. Per affrontare queste sfide, spiegava Piero Angela, bisogna imparare ad ascoltare i giovani. Ma ascoltarli non basta, bisogna spronarli a coltivare la propria creatività e a cercare sempre l’eccellenza nelle proprie attività.