È stata una giornata ricca di emozioni quella che hanno vissuto le centinaia di persone presenti sabato 4 novembre alla mostra “La proporzione aurea” in corso fino al 10 dicembre prossimo nella Basilica Palladiana di Vicenza.
La presenza di Michelangelo Pistoletto ha aggiunto un ulteriore livello di emozione alla già emozionante giornata. La sua guida attraverso la mostra, insieme agli altri artisti e al curatore ha creato un’esperienza unica e accattivante per il pubblico.
Il pubblico è stato particolarmente affascinato dall’interazione di Pistoletto con le varie opere esposte. È stato evidente il suo apprezzamento per i poliedri sonori di Jacopo Gonzato e per la sala dedicata a Luca Pacioli, con opere di Matteo Riva e Duccio Forzano che illustrano il lavoro di questo matematico rinascimentale sul tema della divina proporzione o sezione aurea. Il percorso è proseguito per l’esplorazione dei caratteri e delle geometrie di Paolo Marangon e Angelo Bonello, con il lavoro su aggregazione e disgregazione delle proporzioni del video artista DIES_ e il dialogo con una nuova generazione interessata al rapporto tra forma e materia, generazione rappresentata da Erica Tamborini e dal suo lavoro sulla Donna Vitruvio che dialoga con il Segno Arte, serie di opere presenti in mostra in cui il maestro biellese rielabora le proporzioni del celebre uomo leonardesco.
Il clou, tuttavia, è stato rappresentato dall’incontro di Pistoletto con Pistoletto stesso. Le sue opere esposte in mostra, tra cui Segno Arte, La formula della creazione e Il Terzo paradiso per la prima volta presentato nella città veneta.
La presenza di Pistoletto ha rappresentato un’occasione unica di scambio generazionale e artistico.
«L’arte è relazione e la relazione», ha spiegato il maestro, «è la strada che dobbiamo percorrere per dare al nostro mondo e alle nuove generazioni un futuro di pace e armonia. In questo senso, la mostra La proporzione aurea rappresenta un laboratorio importante per proseguire quel dialogo tra arte e scienza che è stato alla base del nostro Rinascimento».