L’evento di Relazionésimo, tenutosi a Bassano del Grappa il 18 maggio scorso, nella prestigiosa location di Ca’ Erizzo Luca è stata l’occasione per ospitare le opere dell’artista svizzero Andreas Lüthi.
«L’arte è relazione. Relazione con gli altri, con le cose, con l’infinito e con il finito. Con ciò che vediamo e ciò che non vediamo», ha spiegato Lüthi.
Pittore, performer e mixed-media elvetico, è unanimemente considerato l’erede naturale del grande maestro dell’avanguardia Roman Opalka di cui intende proseguire lo spirito esistenziale e la ricerca innovativa.
A Bassano, Lüthi ha esposto una serie di importanti opere provenienti proprio dal ciclo del suo tributo al maestro polacco.

Nato a Frauenfeld nel 1961, affascinato sin da bambino dal linguaggio visivo figurativo ma anche dalle avanguardie e dalla pittura astratta, Lüthi si interessa da sempre al pensiero e alla filosofia. Nel 2016 decide di ingrandire l’Atelier a Uesslingen per affrontare formati grandi dedicati a mostre di respiro internazionale nei centri vitali del contemporaneo: New York, Salisburgo, Monaco, Winterthur, Zurigo, Lugano, ma anche borghi d’arte come Sessa Aurunca Città d’Arte (Caserta).
Presente alla Biennale di Venezia 2022 con il progetto “Andreas Lüthi tribute to Roman Opalka” a Palazzo Bembo nel padiglione del Centro Culturale Europeo, è stato, tra le altre cose, invitato partecipare ad Art Marbella dal 3 al 13 Novembre 2022 dove è stato insignito del Premio Arte Rotary.
L’interesse e il pensiero di Andreas Lüthi, che ha illustrato il Magazine di Relazionésimo presentato nella serata di Bassano, ruotano attorno al concetto di numero, di sequenza numerica e successione temporale.
Una ricerca che apre alle grandi questioni esistenziali del rapporto tra finito ed infinito. Una sequenza progressiva, una stringa di numeri che si dispone sulle tele in una progressione inesorabile di istanti che si trasformano in cifre numeriche, grafiche ed esistenziali. Segni significanti che nella composizione e nella disposizione spaziale si ricompongono in un disegno mentale.

Il numero esiste nello spazio teorico, nella matematica e nell’astrazione. Ma esiste anche nella realtà? Esiste, spiega l’artista, quando è posto in relazione. Lo stesso vale per l’infinito se posto in relazione col finito.
Guardando il cielo stellato, possiamo cogliere il significato immediato di infinito. Ma anche l’universo non ha un limite? E cosa viene dopo? Andreas Lüthi vuole rappresentare queste domande e lo stupore che nasce dal guardare l’universo, attraverso il quale i problemi quotidiani perdono improvvisamente il loro potere sulla nostra vita.

«La sequenza di numeri fornisce un mezzo visibile per rappresentare l’infinito: Roman Opalka lo ha fatto per 46 anni, dal numero 1 al numero 5607249, sempre con il bianco su uno sfondo grigio e sempre più chiaro», ha spiegato l’artista.

Andreas Lüthi continua oggi a raccontare questa storia con i numeri, estende questo spazio astratto e teorico al fine di rendere visibile l’invisibile e stabilire un collegamento nuovo con la realtà e la vita. Lo fa attraverso un colore, un’astrazione e con un motivo figurativo visibile sempre presente sullo sfondo.
Andreas Lüthi gioca la propria arte sul terreno concettuale e relazionale. Ad oggi, con le sue opere ha già superato la quota di 6 milioni e 500 mila avvicinandosi all’obbiettivo di Roman Opalka: 7777777. Ovvero: 7 volte 7.